Come funziona il sistema di mantenimento corsia

Approfondimento sui dispositivi che mantengono l’auto nella corretta linea di marcia

Da qualche anno i sempre più numerosi dispositivi elettronici che intervengono nel controllo dell’auto si sono arricchiti di un ulteriore collega. Possiamo chiamarlo sistema di mantenimento della corsia. Aiuta i guidatori distratti, perché troppo stanchi o in tutt’altre faccende affaccendati (telefono in una mano, sigaretta nell’altra, testa altrove) a non invadere un’altra corsia di marcia. Vediamo come funziona.

DI COSA SI TRATTA

Troviamo come sempre una marea di parole in inglese per definire questo sistema: Lane Keeping Assist System è il più generico, abbreviato in LKAS; nomi alternativi possono essere Lane Departure Warning, Lane Keeping Aid, Lane Assist, Active Lane Assist, Lane Assistant. Il significato non cambia: tutti vogliono dire assistenza al mantenimento della corsia.

Per essere precisi, si tratta di due sistemi distinti e complementari. Uno si limita ad avvisare il conducente che il veicolo sta per invadere un’altra corsia; l’altro interviene direttamente sui controlli del mezzo per riportarlo in carreggiata. Non è detto che siano montati entrambi. Anche perché il secondo è particolarmente invasivo, quindi potrebbe risultare fastidioso a chi invece è abituato a tenere testa, occhi e mani al posto giusto.

Ripetiamo qui la fondamentale avvertenza riportata sui manuali d’uso dei veicoli di tutti i costruttori: questi sistemi aiutano il conducente, non lo sostituiscono. La responsabilità è sempre della persona che siede al posto di guida. Che nessuno si sogni di poter smettere di tenere la testa sulla strada e le mani sul volante solo perché la sua auto monta tali dispositivi. 

UN PO’ DI STORIA

I giapponesi sono stati i primi ad introdurre apparati di questo tipo, inizialmente solo sul mercato interno. Parliamo solo di dispositivi di avviso. Troviamo la Mitsubishi nel 1992, la Nissan nel 2001, la Toyota nel 2002, la Honda nel 2003. La prima casa europea a montare un sistema analogo su un’autovettura è stata la Citroën nel 2005. Però Mercedes-Benz lo ha usato fin dal 2000 sui suoi veicoli commerciali. Nel 2007 è arrivata l’Audi. Nel 2008 troviamo General Motors con i suoi vari marchi; BMW; il gruppo Fiat, inizialmente con Lancia; Volvo; Peugeot. Nel 2009 è stata la volta di Mercedes-Benz. Nel 2010 si è aggiunta Kia.

Nel 2013 abbiamo cominciato a vedere i sistemi che intervengono attivamente per riportare il veicolo in carreggiata. Troviamo Ford e Toyota. Nel 2014 Nissan col marchio Infiniti, poi Mercedes-Benz. Nel 2015 questo sistema è diventato universale con l’estensione progressiva ai marchi dei gruppi Volkswagen, General Motors, Fiat, Hyundai, poi Volvo, Mazda, Renault.

IL GUARDIANO DELLA CORSIA

Cominciamo dal funzionamento del sistema passivo, cioè quello che si limita ad avvisare il conducente quando il veicolo sta per invadere un’altra corsia. Il nome generico inglese è Lane Departure Warning, appunto avviso di abbandono corsia.

Bisogna premettere che questi sistemi sono pensati per la circolazione in autostrada o sulle strade statali. Perché è in queste situazioni che il pericolo di invasione involontaria è maggiore, cioè marcia costante e monotona a velocità consistente. Infatti molti di questi sistemi si azionano da una certa velocità in poi, di solito 60-70 Km/h. Tuttavia, il perfezionamento tecnico sta per superare anche questi limiti. Ogni costruttore ha i suoi parametri, si deve consultare il manuale d’uso del veicolo.

Dietro lo specchietto retrovisore interno è montata una telecamera molto sofisticata. Essa “vede” le linee di demarcazione della corsia in cui il veicolo sta marciando. Come fa a distinguerle? Dalla differenza di contrasto nella luminosità tra asfalto e linea. Infatti ci potrebbero essere difficoltà di funzionamento in caso di nebbia, neve o pioggia. In questo caso il sistema avvisa che non può funzionare.

Se il mezzo si avvicina troppo ad una delle due linee, la centralina di controllo invia un avviso al guidatore; può essere un allarme sonoro, un messaggio sul quadro comandi, una vibrazione al volante oppure una combinazione di essi. Il sistema non interviene se rileva che è stato attivato l’indicatore di direzione, perché in questo caso si tratta di una manovra intenzionale del conducente.

Un buon metodo per costringere chi ha il pessimo vizio di non usare la “freccia” ad attivare un po’ più spesso il cervello.

Il sistema si astiene dall’intervenire anche negli altri casi in cui si rileva una manovra intenzionale: accelerazione prima di un sorpasso, frenata, ampia sterzata per immettersi in una curva o in uno svincolo.

INVADENTE A FIN DI BENE

Ora veniamo all’apparato più evoluto, quello che non si limita ad emettere un avviso ma agisce direttamente sul controllo del veicolo. Il nome generico è Lane Keep Assist, cioè assistenza al mantenimento della corsia.

Si parte sempre dalla stessa telecamera. Qui però tutto è più complesso. Nel momento in cui il veicolo si avvicina alla linea di corsia, attiva l’allarme; se però non viene rilevata alcuna attività del conducente, allora il sistema interviene direttamente nel momento in cui il mezzo tocca la linea o immediatamente prima.

A seconda della presenza o meno di un servosterzo elettrico, viene attivato un comando di sterzata nella direzione opposta a quella della linea (parliamo sempre di piccolissime e graduali correzioni); oppure si attivano i freni ma con diversa intensità fra ruote interne ed esterne, in modo da riportare il veicolo al centro.

Anche qui, se viene azionato l’indicatore di direzione, il sistema non interviene e si disattiva nel momento in cui rileva l’azionamento dello sterzo da parte del guidatore.

E’ molto importante specificare un altro dettaglio. Questi sistemi sono progettati per correggere la traiettoria del veicolo solo in caso di graduale avvicinamento alla linea, non quando accade un allontanamento improvviso. Al centro c’è e deve continuare ad esserci sempre il guidatore.

 

FONTE; http://www.nanopress.it/motori/2016/08/11/come-funziona-l-assistenza-al-mantenimento-della-corsia/142407/

di Roberto Speranza, il

3 thoughts on “Come funziona il sistema di mantenimento corsia

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